L’arte della ripetizione

Provate a riflettere su questo aspetto: trascorriamo la nostra vita a ripetere dei gesti: ci alziamo tutti i giorni dal letto, ci vestiamo, usciamo, normalmente non cambiamo strada andando al lavoro, ci accomodiamo nella stessa sedia che abbiamo occupato l’ultima volta per la riunione con i colleghi, quando torniamo a casa incontriamo sempre lo stesso vicino di casa e poi ci sediamo al nostro posto per cenare con i familiari.

Questa è la base della vita; ci sono quelli che ne fanno una regola (e guai a cambiarla) e altri che invece sentono l’irrefrenabile bisogno di evadere, di guardare oltre, di innovare.

Quello che ci accomuna e’ che abbiamo paura, perché uscire dalla nostra zona di comfort non è facile, anzi è un trauma; pensate che il trasloco e’ considerato il trauma più grave dopo un lutto.

E i politici? I presentatori? Cosa fanno? RI_PE_TO_NO, ripetono allo sfinimento un discorso, un concetto, un copione.

E lo fanno anche gli artisti: dalle ventidue sante (o i ventisei Santi) dei mosaici bizantini di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna che si somigliano tutte come bottiglie di Coca-Cola, ma poi hanno decorazioni tutte diverse, al viso di Marilyn Monroe sapientemente ripetuto da Andy Warhol.

Ora, per anni ho sentito dire che un manager dovesse innovare, trovare strade alternative, andare oltre.

Balle.

Un manager deve ripetere perchè l’essere umano ha un disperato bisogno di certezze, di punti fermi, pilastri su cui appoggiarsi. Provate a cambiare le abitudini di un bambino e ne uscirete matti: nasciamo con un disperato bisogno di reiterazione. E poi la memoria è corta e labile, soprattutto se si tratta di ritenere informazioni che non ci interessano personalmente.

Lo so: le persone intelligenti dopo un po’ di tempo si stufano perché hanno già capito le cose e vorrebbero andare avanti; invece no, bisogna tornare sui fondamentali e ripeterli fino alla nausea.

Nel mio ufficio a Milano

Due esempi eclatanti; quando divenni capo del marketing in una catena di manutenzione auto, proposi come prima promozione questa meccanica: “Più punti hai sulla patente più sconto hai”: nuova e virtuosa. Risultato? Un fallimento: la rete era abituata da anni a fare promozioni con un semplice sconto in euro: “Con il tagliando auto per te lo sconto di 20 euro”. Lo facevano da anni, era la loro certezza, non vi fu modo di cambiare.

Un grande successo fu invece questo; dovete sapere che nel corso della mia carriera mi resi conto, ogni volta che facevo le riunioni e redigevo dei “meeting report” (in pratica una paginetta in cui si riassume il contenuto della riunione, per chi come me “vien dalla campagna”) che alcuni si perdevano dei pezzi di un progetto perché erano stati stabiliti che so, due settimane prima. La mia soluzione? Aggiornare il meeting report ripetendo anche il contenuto delle riunioni precedenti,  ripetendo le priorità e ripetendo (ancora!) per tutti le best practice (le cose andate bene fino ad ora, dai).

Al manager è richiesto di andare oltre? No. Di ripetere. 

Ora io nella mia vita ho scritto ben poche frasi degne di nota, ma credo che questa possa farvi riflettere:

Ciò che per l’intelligente è cambiamento per gli altri è trauma, quello che per gli altri è novità per l’intelligente è vecchio.

La bellezza della vita e’ tutta nascosta nelle volte in cui rompiamo uno schema, una ripetizione, nelle volte in cui usciamo dalla comfort zone per regalarci un’emozione nuova. Il resto e’ management.

Pubblicato da Maurizio Bramezza

Blogger & Happiness Coach

4 pensieri riguardo “L’arte della ripetizione

  1. Riflessione. Ho sempre svolto lavori ripetitivi, anche se in diversi ambiti. Non mi è stato possibile far l’artista mi son adeguata. Succede a molti nella vita. Però le ore libere, le vivo da artista. Vado a letto, mi alzo, mi faccio la doccia e mi vesto come tutti ma anche queste cose non le faccio mai in maniera meccanica. Oggi doccia, domani ho un po’ più di tempo bagno con i sali, oggi faccio colazione dolce e domani salata. Una sera mangio alle 7 l’altra alle 9, quando mi va e cosa mi va sul momento ovvero: apro il frigo, cosa c’è cucino. Una sera guardo un film e l’altra dipingo fin a mezzanotte, ma decido tutto li ed ora come quando non prenoto dove dormire quando viaggio o magari, arrivo in stazione e all’ultimo decido di prendere il treno per York e non per Liverpool (per farti un esempio). Dovremmo tutti far così e insegnar ai nostri figli a far così ed è bellissimo! Perché ti da un’ elasticità tale che non ti annoi mai anche se per un po’ non puoi farti un viaggio o una vacanza, perché ti abitui a variare nel tuo piccolo mondo e allora impari che anche dover star in cittànon è così male. Ieri non avevo voglia di risponderti, inizialmente non lo volevo proprio fare perché non pensavo appoggiassi la routine, poi oggi mi è venuta voglia e l’ ho fatto. Mai essere ripetitivi, mai! Oggi ceno sul divano, domani a letto e magari tra tre giorni sul tavolo e cosí via.
    Un’ ultima breve riflessione sui bambini: se li abitui fin dalla nascita non han problemi nell’ abituarsi a una vita con poca routine e molte soprrese, lo noto nelle mie nipotine di 5 anni e mezzo e 7! Sarà che, solo per vedere la famiglia han dovuto ad abituarsi a viaggiare fin da subito essendo un po’ sparpagliata per l’ Europa!😉

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